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‘No comment’: Roma, futuro in giallorosso per l’icona laziale? Quasi 20 anni in biancoceleste

Pedro
Pedro nell’ultimo derby di Coppa di Italia, da ex – ansa – ilromanista.it

Passare da una sponda all’altra del Tevere non è mai semplice, un rischio corso da pochi nella storia del calcio capitolino.

Probabilmente è il derby più sentito, volendo anche più di quello passionale a forti tinte rossoblù e blucerchiate. Che a Genova diventano fluo sotto la Lanterna. Non sarà prestigioso come quello di Milano, ma Roma-Lazio resta una partita che solo i tifosi di Lupi e Aquile possono capire realmente.

Passare da una sponda all’altra non è così facile come a Torino o a Milano. Non molti gli esempi di eccezioni alla regola. Tutto cominciò addirittura dopo la Prima Guerra Mondiale, quando un certo Fulvio Bernardini (sì quello che ha dato il nome al Centro Sportivo di Trigoria) divenne il primo giocatore della storia a vestire le maglie di Lazio (prima, tra il 1919 e il 1926), poi di Roma, diventando al termine un simbolo della romanistà giallorossa.

Attilio Ferraris fu preso per una spesa folle dalla Roma dopo il Mondiale vinto dall’Italia nel 1934, eppure passò alla Lazio per 150mila lire. Carlo Galli, un lustro alla Roma giocò alla Lazio, idem per Sergio Petrelli, capace di segnare gli stessi numeri di gol sia in giallorosso sia in biancoceleste.

In un calcio più moderno fece scalpore Angelo Peruzzi: vice Tancredi alla Roma, iconico alla Lazio. E che dire del compianto Sinisa Mihailovic: alla Roma dal 1992 al 1994, alla Lazio dal 1998 al 2004. Oppure Aleksandar Kolarov: la Lazio lo prese dall’OFK Belgrado, parentesi al City, rieccolo nella Capitale nel 2017, ma con la maglia della Roma.

La triade dell’ultimo derby

Nel calcio di nuovo millennio si è perso un po’ il campanilismo sfociante nel divieto di indossare le maglie di entrambe le squadre che vanno per la maggiore della Capitale, basti pensare che nell’ultimo derby romano di Coppa Italia, c’erano addirittura ben tre giocatori che hanno vissuto un amarcord.

Tutti e tre biancocelesti. Pedro, Alessio Romagnoli e Luca Pellegrini: lo spagnolo è passato alla storia per essere il primo ex della Roma a giocare con la Lazio nel nuovo millennio. Sia il secondo sia il terzo hanno finalmente trovato il posto giusto dove vivere la loro carriera, da tifosi (sempre) biancocelesti.

Igli Tare e Claudio Lotito
Tare, 3 anni da giocatore e un lustro da Lotito – ansa – IlRomanista.it

Meglio non rispondere

Tare ha da poco lasciato la Lazio, dopo tre stagioni da attaccante biancoceleste e un lustro da dirigente, ma è entrato nel mondo Roma in una recente intervista che ha creato un polverone nella Capitale. “Io penso che Mourinho – assicura l’ex direttore sportivo biancoceleste – con Lotito avrebbe allenato anche qualche anno in più”.

La stocca di Igli alla Roma è velata, ma evidente: “Lotito è un presidente che, da fuori può sembrare ingombrante, ma da dentro quando si mette in testa una cosa è difficile che la cambi, basta vedere la storia degli allenatori che si sono succeduti alla Lazio – se mi chiamasse la Roma? Preferisco non rispondere”. Meglio, come si suol dire: un bel silenzio non fu mai scritto.