Corsa, fisico e verticalità: con Manu Koné il centrocampo di Ranieri ha una marcia in più
Sempre più protagonista di questa Roma il centrocampista francese Manu Koné, che contro il Tottenham ha messo in campo tutte le sue qualità
Negli ultimi anni il centrocampo è stato uno dei grandi problemi della Roma. Nello schieramento a tre difensori sia Mourinho che De Rossi hanno provato più volte la coppia Cristante Paredes, provando ad alternare Pellegrini nel medesimo ruolo, una scelta rivelatasi limitante sotto tanti punti di vista.
L’argentino è forse il più adatto dei tre a giocare in quella porzione di campo grazie alle sue doti da regista, doti che contro il Tottenham sono tornate a brillare, con l’ex Juventus che è tornato seppur per una notte ad essere il metronomo della manovra, come ci aveva abituato nel primo periodo sotto la guida di De Rossi, durante la quale era risultato spesso tra i migliori in campo.
Cristante adattato nel tandem di centrocampo ha fin troppe lacune, sia dal punto di vista difensivo che di impostazione, dimostrando grande fatica nel velocizzare la manovra e nel giocare in verticale, rallentando di fatto le potenziali ripartenze perdendo quel secondo di troppo per prendere la decisione migliore, fattore che non ha favorito lo sviluppo della manovra con la costruzione dal basso.
Anche Pellegrini non si è espresso al meglio quando abbassato sulla linea dei centrocampisti, ma questo è dovuto principalmente alle doti tecniche del calciatore, che se lasciato troppo distante dalla porta non può usufruire delle sue armi migliori. Ecco dunque che Manu Konè grazie alle sue caratteristiche è riuscito ad imporsi sempre di più, convincendo prima Juric e oggi anche Ranieri, che gli ha di fatto affidato le chiavi del centrocampo.
Manu Koné, la spinta in verticale che mancava al centrocampo
Per caratteristiche fisiche e tecniche il centrocampo della Roma oggi non può fare a meno di Manu Koné. L’ex Monchengladbach ci ha messo pochissimo tempo ad entrare negli schemi giallorossi, conquistandosi in breve tempo la titolarità grazie alla sua abilità nel recuperare palloni, fattore che ha stregato anche Dechamps che lo sta lanciando sempre più spesso tra i titolari.
Ciò in qui il francese brilla però non è solo la fase difensiva, il suo apporto alla costruzione della manovra (anche dal basso) rappresenta un punto di svolta per la formazione capitolina, grazie alla sua propensione nel giocare in verticale e nella progressione con la palla, doti che permettono di trasformare in poco tempo una situazione di non possesso in una di contropiede, cosa che con i suoi predecessori (Cristante e Paredes) non era possibile a causa della mancanza di dinamismo che invece a lui non manca. In poco tempo si è preso la Roma, eppure l’impressione è che possa migliorare ancora, soprattutto nelle scelte in quanto spesso rischia troppo la giocata, ma ad oggi Koné è senza dubbio uno dei veri top player di questa rosa, e anche Ranieri se n’è accorto.
Ranieri, una spinta al morale per provare a risalire
Se è vero che una rondine non fa primavera è anche vero che quanto visto in sole due partite sotto la guida di Ranieri non può che lasciar ben sperare i tifosi romanisti. Quello che è piaciuto di più è stato senza dubbio lo spirito messo in campo dalla squadra, che ha saputo giocare ad armi pari contro due formazioni decisamente più preparate come il Napoli ed il Tottenham.
Adesso tocca all‘Atalanta, dopodiché Lecce, Braga, Como, Sampdoria (in Coppa Italia) e Parma, tutte gare nelle quali la Roma dovrà per forza di cose provare a trovare una continuità di risultati che possa permettergli di avvicinarsi il più possibile all’Europa e passare il turno in Europa League per giocarsi tutte le chance per provare a centrare la terza finale in quattro anni.