“Siamo in pericolo”: allarme rosso a Roma, tennisti in preda al panico | La situazione è gravissima

Scenario inquietante nei giorni che precedono il debutto dei big agli Internazionali d’Italia. Parole che prefigurano rischi enormi per tutti
Quella che sta per avere inizio è forse l’edizione degli Internazionali d’Italia di tennis più attesa degli ultimi anni. Il torneo che come di consueto si svolgerà sui campi del Foro Italico di Roma segna infatti il ritorno in campo di Jannik Sinner.
Il tennista italiano numero uno al mondo torna a giocare in un torneo ufficiale dopo i tre mesi di squalifica imposti dall’accordo con la WADA, l’Agenzia internazionale antidoping che per lui aveva in mente la richiesta di una maxi squalifica.
L’ombra del doping ha dunque recentemente aleggiato sul mondo del tennis proprio per il caso Sinner che com’è noto fu trovato positivo al clostebol in un controllo antidoping successivo ad un match.
Da quel momento il mondo della racchetta si è spaccato in due fazioni distinte e contrapposte: da un lato gli ‘innocentisti’, dall’altro gli accusatori di Sinner. Due schieramenti che si sono dati battaglia a tutti i livelli e in tutte le sedi competenti.
L’allarme è scattato, non si può tornare indietro
La realtà però è che la positività di Sinner, peraltro causata da una contaminazione del tutto involontaria come del resto risulta dalle tracce risibili della sostanza dopante trovate nel suo sangue, ha fatto scattare un allarme generalizzato in tutto il mondo del tennis.
Un misto di paura e interrogativi che ad oggi rischiano di restare senza risposta. A sottolineare il clima di tensione che tutti i giocatori vivono da qualche mese a questa parte è proprio il coach e amico fraterno di Sinner, Simone Vagnozzi.

Paura per il doping, le parole non lasciano dubbi
“Quello che è successo a Jannik ha fatto aprire gli occhi a molti giocatori,” ha dichiarato Vagnozzi in conferenza stampa a Roma. “Prima forse non ci si pensava abbastanza, ma ora la consapevolezza che le contaminazioni possano accadere è molto più alta. È un rischio reale e concreto per tutti gli atleti, anche per quelli più scrupolosi”. Il clostebol, uno steroide anabolizzante, può effettivamente essere presente in tracce in vari prodotti, come ad esempio la pomata che aveva utilizzato l’ex fisioterapista di Sinner.
Vagnozzi ha sottolineato come Sinner e il suo team siano sempre stati estremamente attenti. Il caso del tennista altoatesino ha innescato una riflessione più profonda all’interno del circuito ATP e WTA sulla necessità di intensificare i controlli e di fornire maggiori indicazioni agli atleti sui rischi di contaminazione. “Credo che questo caso abbia portato a una maggiore responsabilizzazione da parte di tutti,” ha aggiunto Vagnozzi. “I giocatori sanno che siamo tutti in pericolo“.