Una battaglia di appartenenza, la Roma si riappropria dell’acronimo ASR: il comunicato ufficiale del club

Dopo anni dalla controversa decisione di Pallotta di cambiare lo stemma societario rimuovendo l’acronimo ASR i Friedkin tornano alle origini
ASR, tre lettere, un acronimo che da sempre accompagna la società giallorossa. Un vero e proprio simbolo rappresentativo di questo club, come lo sono rispettivamente anche BVB o PSG, che grazie ai risultati positivi ottenuti sul campo non hanno certo bisogno di presentazioni per essere ricollegate alle proprie squadre di appartenenza.
Eppure nel maggio del 2013, sotto la guida di James Pallotta, la Roma scelse di cambiare il suo simbolo per venire incontro alle esigenze di marketing necessarie per ampliare il brand e far conoscere i giallorossi a livello mondiale, una scelta però mai condivida dallo zoccolo duro del tifo romanista, la Curva Sud.
Nacquero infatti tantissime proteste alla presentazione del nuovo logo, soprattutto a causa della scomparsa di quell’acronimo (ASR) in favore della scritta “ROMA 1927”. Quella che può sembrare una protesta infondata però ha radici ben profonde legate oltre che alla storia di questi colori anche alla storia del tifo stesso.
Nel 1997 infatti, dopo anni con il lupetto sul petto a causa di una disputa legale con il comune vennero raccolte ben 11927 firme durante un Roma-Juventus per ottenere appunto il ritorno allo stemma tradizionale al grido di “Per riappropriarci della nostra storia” (parole dello striscione esposto durante quella gara dal Cucs per promuovere la raccolta firme. Anche in quell’occasione il tifoso romanista non si piegò, e riuscì a far sentire la propria voce al punto da “cambiare la storia”.
Le proteste della Sud contro la società
L’ambiente romanista non ha appunto mai condiviso questa scelta, e da anni ormai continua le sue proteste per il ripristino del vecchio stemma. Quello scelto da Pallotta infatti non è mai stato usato in una coreografia preparata dal tifo organizzato, che da anni ha anche deciso di boicottare il merchandising non acquistando capi d’abbigliamento col nuovo simbolo.
Anni di cori, di striscioni e di proteste che sembravano destinate a non portare a nulla, soprattutto in un mondo ormai schiavo del marketing, eppure qualcosa è cambiato. La famiglia Friedkin ha rilasciato un lungo comunicato nel quale ha parlato di futuro, di stadio, di Gasperini, e anche della riappropriazione dell’acronimo ASR, sancendo di fatto la vittoria di quella parte di romanisti che ancora una volta non hanno abbassato la testa e hanno provato in ogni modo a far sentire la propria voce.
Messaggio di fine stagione della Proprietà
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— AS Roma (@OfficialASRoma) June 7, 2025
I Friedkin annunciano il ritorno all’acronimo ASR
Identità e appartenenza, questo rappresentano quelle tre lettere per i tifosi romanisti, un qualcosa che anche dalle parti di Trigoria sembrano aver finalmente capito, come dimostrano le parole che ha voluto usare la società stessa per comunicare ai tifosi di tutto il mondo il ritorno dell’acronimo ASR. I Friedkin hanno infatti rilasciato un lungo comunicato di fine stagione nel quale si parla sia del futuro a breve termine della squadra, che di questa scelta, ecco un estratto del comunicato ufficiale apparso sui canali della Roma:
“Il rispetto che dobbiamo ai padri fondatori è pari al rispetto che dobbiamo al sentimento dei nostri tifosi. Per questo, pienamente consapevoli del valore storico e del significato del 7 giugno 1927 quale fondazione dell’AS Roma, abbiamo deciso che il 22 luglio costituirà il nostro speciale giorno di festa: una pietra miliare annuale e un anniversario per tifosi e Società, uniti nel segno dell’orgoglio e dell’affetto per lo straordinario patrimonio storico dell’AS Roma. Inoltre, siamo orgogliosi di annunciare la progressiva riappropriazione dello storico stemma ASR, un simbolo che incarna l’anima di questo Club. Questa decisione, presa con profondo rispetto per la nostra tradizione e in risposta ai desideri più profondi dei nostri tifosi, è un tributo all’identità della Roma. Riflette la nostra convinzione che i simboli di un Club contino, e che onorare le nostre radici sia essenziale per costruire il nostro futuro. L’impegno della nostra famiglia nei confronti della Roma non è mai stato così forte. È un impegno verso l’eccellenza, l’organizzazione e un’identità chiara. Ma soprattutto, è un impegno verso il futuro di questo Club, un futuro che comprende un nuovo stadio: una casa degna dei nostri tifosi, un’eredità per le prossime generazioni, e un dono del Club a questa Città Eterna. Un nuovo Colosseo maestoso, che promettiamo di realizzare”.