Soulé cacciato dal mister: scoppia il finimondo in allenamento | Gli è costato l’addio immediato

Si parla molto di Mati Soulé in questo scorso di stagione, sia in campo sia fuori dal rettangolo di gioco.
Un nome sulla bocca di tutti. Matías Soulé indiscutibilmente l’uomo copertina di questa prima parte di stagione, un talento cristallino che, sotto la guida di Gian Piero Gasperini alla Roma, ha trovato la sua definitiva consacrazione.
Le sue giocate lo rendono un elemento imprescindibile nello scacchiere tattico del tecnico di Grugliasco, capace di esaltare la sua fantasia e la sua incisività tra le linee. La sua crescita esponenziale ha generato un hype incredibile, portando il suo nome ad essere uno dei più chiacchierati del momento.
Non solo il club giallorosso si coccola il suo gioiello, ma anche le nazionali lo osservano con estrema attenzione. Il trequartista argentino è infatti un potenziale oriundo per l’Italia di Ringhio Gattuso, che cerca profili di qualità per rinforzare il reparto offensivo in vista dei prossimi impegni.
Il doppio passaporto e l’interesse di Coverciano sono noti, ma la sua priorità resta l’Albiceleste, con la quale sogna di giocare un Mondiale, nonostante la folta concorrenza e le mancate convocazioni. Nonostante le rassicurazioni provenienti dall’iridato Scaloni, tutta da monitorare questa vicenda.
Una rigida disciplina
Tuttavia, prima di imporsi come l’elegante fantasista ammirato oggi, Soulé ha dovuto fare i conti con la rigida disciplina di uno dei suoi ex mister, Massimiliano Allegri, ai tempi della sua militanza nella Juventus.
Un retroscena svelato di recente dallo stesso giocatore, in una lunga intervista concessa al quotidiano Il Messaggero, getta una luce inaspettata sulla natura esigente e talvolta intransigente del tecnico livornese.

Il finimondo
L’episodio, che assume i toni di un “finimondo in allenamento”, seppur risolto in brevissimo tempo, è legato a una scelta di look che non era andata giù ad Allegri. “Mi ero fatto crescere i capelli e tinti di biondo – racconta Mati Soulé – il giorno dopo Allegri mi disse che dovevo tagliarli, altrimenti potevo anche non presentarmi più” ha raccontato Soulé con un misto di imbarazzo e divertimento, ripensando a quel momento.
Quella che per molti potrebbe sembrare un’eccessiva ingerenza, si rivelò un monito chiaro e inequivocabile sulla serietà e il rigore richiesti nella squadra bianconera, soprattutto ai giovani talenti. L’avvertimento, per quanto perentorio, era sintomo di un’attenzione del tecnico, che mirava a plasmare il carattere, oltre che le doti tecniche, del giovane argentino, invitandolo a concentrarsi solo sul campo. “Finito l’allenamento – rimarca il romanista – sono andato direttamente dal barbiere. Allegri è stato dei migliori allenatori che abbia mai avuto.
