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“È in corso un’indagine della Procura Federale”: minacce e pressioni agli arbitri | Era tutto deciso a tavolino

Arbitro di calcio
Gli arbitri e la perenne cultura del sospetto

Nubi minacciose si addensano di nuovo sugli arbitri, colpiti da minacce e pressioni. Era tutto deciso a tavolino? Scatta l’indagine.

Il calcio italiano vive un rapporto perennemente tormentato con la categoria arbitrale, un fenomeno tutto nostro. Un legame costellato di polemiche e veleni che ciclicamente esplodono in tutti i nostri campionati.

La percezione di errori e favori è un’ombra che non si dissolve mai completamente, alimentando dibattiti furiosi in ogni giornata di campionato. Questo clima di sospetto erode la fiducia nella regolarità della competizione e rende la posizione degli arbitri sempre più esposta a pressioni esterne.

Nonostante l’introduzione della tecnologia, come il VAR, pur avendo l’obiettivo di ridurre gli errori, ha finito in alcuni casi per esacerbare le discussioni. La storia recente è piena di episodi che hanno innescato il “caos arbitri”.

Si pensi ai casi di presunto mancato intervento del VAR su episodi cruciali, come rigori non concessi o gol convalidati nonostante fuorigioco dubbi, che hanno indirizzato risultati fondamentali. Le feroci critiche di allenatori, dirigenti, presidenti a giocatori, la cartina di tornasole del clima in Serie A, e non solo.

Trattamenti iniqui

Esempi come le controversie sui contatti in area o sulle interpretazioni della regola del fallo di mano generano un senso di frustrazione e la convinzione, in alcune tifoserie, di subire trattamenti iniqui. Questa sensazione di ingiustizia è il terreno fertile su cui attecchiscono i sospetti più gravi, come quello che esista un piano preordinato.

Le denunce pubbliche, spesso anonime, hanno contribuito ad aumentare la nebbia sul mondo arbitrale, descrivendo un sistema non solo fallibile ma potenzialmente viziato. Testimonianze in programmi televisivi hanno parlato di classifiche interne alterate e di designazioni arbitrali basate su criteri poco trasparenti, insinuando che il merito non sia l’unica variabile in gioco, alimentando la narrazione di un “sistema” non pulito.

Antonio Zappi
Antonio Zappi, presidente dell’AIA – facebook – ilromanista.it

Una nuova indagine

In questo scenario di crescente tensione e sospetti diffusi, l’intervento della Procura Federale è spesso visto come l’unica garanzia di trasparenza e legalità. L’organo di giustizia sportiva è chiamato a districarsi tra i fatti di campo e le dinamiche interne all’AIA, indagando su esposti e segnalazioni che vanno ben oltre il semplice errore tecnico.

L’ultima in ordine cronologica è fuoriuscita da una indiscrezione lanciata da Sportitalia, secondo cui la Procura Federale avrebbe aperto un fascicolo che getta un’ombra pesante sull’AIA e sui suoi recenti vertici. L’elezione di Zappi sarebbe avvenuta in un clima di tensione crescente, caratterizzato da presunte pressioni, minacce e interferenze. Comportamenti che avrebbero avuto lo scopo di condizionare la regolarità del processo elettorale e l’autonomia decisionale dei protagonisti coinvolti. Nel caso le indagini della Procura Federale dovessero accertare gravi irregolarità, l’AIA correrebbe il serissimo rischio commissariamento.