Sono tornato a vivere dai miei genitori | Dalla Serie A alla povertà assoluta: pur di campare si è ridotto così

Un tempo idolo dei tifosi, oggi senza più certezze: è stato costretto a tornare a vivere dai genitori. La triste caduta dell’ex giocatore.
Molti calciatori, pur guadagnando cifre elevate, finiscono per perdere tutto. Le cause sono diverse e spesso intrecciate. Provenienti da contesti umili e privi di educazione finanziaria, non sanno come gestire il denaro, investire o pianificare il futuro.
Appena arrivano stipendi e ingaggi importanti, si lasciano attrarre da uno stile di vita lussuoso: case, auto, gioielli e vacanze da sogno. A questo si aggiunge la pressione di chi li circonda: amici e conoscenti che si aspettano un aiuto ed un sostegno economico.
La carriera calcistica, poi, è breve e incerta. Può interrompersi all’improvviso, lasciando chi non ha pianificato nulla in difficoltà. Non mancano gli errori: consulenti senza scrupoli, investimenti sbagliati, amici opportunisti.
In alcuni casi emergono anche problemi personali. Così, senza preparazione e sotto pressione, anche una fortuna può svanire rapidamente. Per questo oggi più che mai servono educazione, consapevolezza e visione del futuro.
La parabola discendente di Jorge Cadete
La vicenda di Jorge Cadete è emblematica da questo punto di vista e parte da lontano. Nato in Mozambico da genitori portoghesi, si afferma come attaccante dello Sporting Lisbona mettendo a segno quasi 100 gol.
Dopo un passaggio al Brescia, esplode in Scozia con la maglia del Celtic realizzando 30 reti nella stagione 1996-97 e la convocazione agli Europei accanto a big del calibro di Rui Costa e Figo. Poi, un lento declino tra Celta Vigo, Benfica, Bradford City e campionati minori. Si ritira nel 2005. Da lì inizia la vera sfida: reinventarsi.
Ora è costretto a vivere dai genitori e con il sussidio di povertà
“Ho investito molto, ma ho commesso errori. Mi fidavo delle persone sbagliate. Quando smetti di giocare, smetti di esistere”, ha raccontato Cadete. Dopo il ritiro, prova a rimettersi in gioco: partecipa al Grande Fratello portoghese, lavora come PR in un locale e tenta anche la strada della vendita porta a porta delle macchinette da caffè.
Ma nessuna di queste esperienze riesce davvero a decollare. Col tempo, le opportunità si riducono e le difficoltà crescono. Alla fine è costretto a tornare a vivere con i genitori, sostenendosi con un sussidio statale di 180 euro a settimana. Una storia che mostra quanto sia difficile passare dalla fama all’oblio quando mancano preparazione, supporto e prospettive concrete per il futuro.