Né Ranieri né Pioli: il nuovo CT dell’Italia sarà proprio lui | Torna per vincere un altro trofeo

Caos Nazionale dopo l’esonero di Luciano Spalletti. Il nuovo Ct dell’Italia non è così semplice come si può pensare: né Ranieri né Pioli.
È bastata una partita per fare un balzo all’indietro di un anno. Dopo la figuraccia in Norvegia, stesse parole del dopo-gara di Italia-Svizzera, quando siamo usciti dall’Europeo tedesco con ignominia. Non tanto per il punteggio, ma per come siamo stati eliminati.
Atteggiamento sbagliato, squadra senza attributi, allo sbando. Allora Spalletti si giocò subito il jolly, era arrivato da pochi mesi, non aveva avuto il tempo di portare la sua visione vincente con i club in Nazionale. Un anno dopo, no licet.
Fosse dipeso da lui sarebbe rimasto, lo ha detto candidamente nella pre-gara di Italia-Moldavia, il problema è che aveva tutti contro: chissà se qualche giocatore, sicuramente la stampa che ha chiesto a gran voce la sua testa, Gravina non ha potuto fare altro che salvare anche se stesso, sacrificando il commissario tecnico Azzurro.
La paura di mancare per la terza volta di fila il Mondiale è stata troppo grande, perché la situazione è complessa sì, ma non impossibile da ribaltare. Perché? Perché nel caso di arrivo a pari punti non conterà lo scontro diretto come discriminante principale, bensì la differenza reti complessiva, che fa tutta la differenza di questo mondo.
Il nocciolo della questione
Per assurdo, soprattutto se dovessimo vincere largamente con gli altri contender, si potrebbe arrivare all’ultima giornata a cui ci basterebbe l’1-0, in casa, contro la Norvegia, per accedere al benedetto Mondiale degli Stati Uniti, senza passare per il barrage degli spareggi.
Il problema è quell’atteggiamento che preoccupa. La mancanza totale di un’identità. Non solo. Anche la successione di Spalletti è un problema. Perché? Perché i nomi che sono usciti fuori, hanno tutti un vincolo contrattuale con i rispettivi club.
La terza opzione
Claudio Ranieri è il nome caldo: lo vuole il popolo, la stampa, la persona giusta per riportare calma e serenità, recuperando l’identità perduta. Il problema è che Claudio Ranieri in primis ha detto di voler smettere di allenare, e poi ha un contratto con i Friedkin, che non hanno nessuna intenzione di perderlo. Anche Stefano Pioli è sotto contratto con l’Al-Nassr.
L’Italia ha tempo fino a fine agosto per dare inizio all’era post Spalletti, ma non è poi così tanto, per cui ecco la terza opzione prendere corpo. Quella di un allenatore svincolato, non i giovani ex Nazionale. Cannavaro, Gattuso e De Rossi andrebbero bene in un altro periodo, non in quello attuale dove servono risultato immediati, senza nessun margine di errore. Così ecco l’idea Roberto Mancini. Che proprio una settimanella ha recitato il mea culpa, facendo marcia indietro e dicendo apertamente che è stato un errore lasciare la panchina della Nazionale. Il ritorno del figliol prodigo? Il Mancio è stato l’unico nell’ultima decade a regalarci uno squarcio di luce nel buio più totale.