“Vivere a Montecarlo è un grande svantaggio”: ultim’ora, confessione strappalacrime | Le tasse lo stanno massacrando
Lo sportivo lamenta un problema sul quale si è dibattuto da tempo. Ecco di che cosa si tratta e perché in molti non sono d’accordo con lui.
Non è oro tutto quello che luccica, verrebbe da dire. Anche per gli sportivi più noti possono esserci delle difficoltà nell’affrontare gli aspetti legati a tasse e contributi in Italia e all’estero.
Una vita invidiabile, i flash dei fotografi, un successo che sembra fluire continuamente da ogni angolo. E invece ecco che cosa succede quando gli impegni aumentano, la pressione si fa sempre più insostenibile e tutti iniziano a parlare di te non solo per le tue performance sportive.
Abbiamo visto con alcuni personaggi pubblici come l’invidia possa spingere milioni di appassionati a emettere giudizi ingenerosi. In realtà c’è qualcosa dietro che non viene raccontato. Il dibattito è aperto e fare i conti in tasca ai vip è un’usanza molto diffusa.
Le tasse lo stanno massacrando, sembra impossibile ma è la verità. Ecco di chi si tratta e perché è necessario approfondire questo aspetto prima di lasciarsi andare a facili commenti o interpretazioni.
La confessione che fa discutere
Quali sarebbero dunque i vantaggi di una vita ad alti livelli, possibilmente pagando meno tasse? A rispondere ci pensa Holger Rune, tennista danese e numero 9 del mondo.
La sua sembra quasi una difesa di Jannik Sinner e non solo. “Le tasse sui montepremi si pagano nel Paese in cui si gioca”, ha specificato il tennista su X commentando proprio la notizia, “Sono sicuro che in Francia sono più del 46%. Ma si possono dedurre le spese”.
In soccorso di Jannik
Nemici in campo ma lontano dalle telecamere ci può essere anche solidarietà. A un utente che gli chiedeva se fosse davvero meglio, da un punto di vista fiscale, vivere a Montecarlo, Rune ha risposto: “Per il tempo, le strutture tennistiche e la privacy, assolutamente sì“.
Matteo De Lise, commercialista e presidente della Associazione Italiana Esperti della Composizione della Crisi, aveva spiegato all’Adnkronos: “In Italia, i premi sportivi sono soggetti a una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta del 20%, mentre guadagni derivanti da sponsorizzazioni sono considerati redditi da lavoro autonomo e sono soggetti all’Irpef secondo gli scaglioni previsti. Se Sinner ha già pagato imposte su premi vinti all’estero, potrebbe beneficiare di crediti d’imposta in Italia per evitare la doppia imposizione, in base alle convenzioni internazionali”.