Calciopoli fa tremare l’Italia dopo 20 anni: le autorità bloccano la nuova inchiesta | Minata la credibilità del sistema calcio
Nuova bufera in Italia, Calciopoli riemerge a 20 anni di distanza dallo scandalo: stop all’inchiesta e sistema sotto accusa.
Lo scandalo Calciopoli esplose nel maggio del 2006, pochi mesi prima che l’Italia vincesse i Mondiali in Germania. L’inchiesta, guidata dalla procura di Napoli, portò alla luce un sistema di influenze tra dirigenti di club, arbitri e designatori, capace di condizionare le partite e i campionati di Serie A.
Al centro di tutto c’era Luciano Moggi, direttore generale della Juventus, accusato di influenzare la scelta degli arbitri per favorire la propria squadra. Le intercettazioni telefoniche rivelarono un fitto giro di contatti e favori che coinvolgeva anche altri club, come ad esempio Milan, Fiorentina, Lazio e Reggina.
Le conseguenze furono storiche e pesantissime. La Juventus fu retrocessa in Serie B e perse due scudetti (2004-05 e 2005-06), altri club ricevettero penalizzazioni e diversi dirigenti importanti vennero radiati o sospesi a lungo. Da allora, Calciopoli è rimasta una ferita aperta.
Nonostante le sentenze penali e sportive, alcuni critici sostengono che il processo abbia colpito solo una parte del sistema, lasciando fuori altri attori ugualmente coinvolti. Negli anni successivi sono emersi altri filoni d’indagine, nuove intercettazioni mai usate nei processi e un crescente movimento d’opinione che chiede la riapertura del caso.
Calciopoli fa ancora discutere
A distanza di vent’anni, Calciopoli è ancora un argomento parecchio divisivo e controverso. Ogni tentativo di riaprire l’inchiesta o di revisionare i fatti accende un forte dibattito, tra chi ritiene giuste le condanne e chi invece parla di giustizia sportiva a senso unico.
Il caso continua a sollevare interrogativi sulla trasparenza, l’imparzialità e l’etica del calcio italiano, e viene spesso citato come il simbolo di un sistema malato, mai del tutto guarito. Se ne parla ancora perchè per molti alcuni punti non sono mai stati del tutto chiariti.
Inchiesta su Calciopoli censurata: l’accusa di Ravezzani
Ora, Calciopoli è tornato al centro della scena. Fabio Ravezzani, direttore di TeleLombardia, aveva annunciato la pubblicazione su Prime Video di un reportage esclusivo, definito “il documento più completo mai realizzato su questo tema”. Ma qualcosa è andato storto.
“Incredibile. La nostra inchiesta su Calciopoli non andrà in onda dal 15 luglio su Prime Video come avevano annunciato”, ha scritto Ravezzani sui social. Secondo il giornalista, la piattaforma avrebbe bloccato la pubblicazione all’ultimo momento: “Forse anche 20 anni dopo, Calciopoli mette paura a qualcuno. Chi ne ha timore o la giudica senza averla vista dovrà farsene una ragione. Noi non ci pieghiamo”.