Indagata la Giustizia Sportiva: nuovi processi per il calcio italiano | Vengono a galla le irregolarità

Un nuovo scandalo in arrivo: ecco di che cosa si tratta e perché il sistema ora sta cercando di cambiare registro.
Il calcio italiano trema ancora e questa volta rischia di crollare tutto il sistema. La Giustizia Sportiva italiana non può dormire sonni tranquilli e questa volta i ruoli si sono letteralmente capovolti.
Una volta ci si attendeva un verdetto o una sentenza. In questo caso invece è proprio quel verdetto che rischia di tramutarsi in un pericoloso boomerang per le istituzioni e per i principali personaggi a capo di questo sistema. I precedenti non fanno sicuramente ben sperare.
Le critiche e le polemiche non sono mai mancate, come dimostrano gli ultimi avvenimenti. C’è stata fin da subito poca chiarezza e anche in quest’ultimo caso occorre fare un passo indietro per capire cosa sia successo. Ripercorrendo le tappe di questo possibile nuovo processo può emergere la verità.
Tra penalizzazioni e processi, la notizia poco rassicurante è che il calcio italiano rischia ancora una volta di uscirne con le ossa rotte. Ecco perché questa nuova indagine merita attenzione e il giusto approfondimento.
Attacco frontale al potere
È successo tutto pochi giorni fa quando Mauro Berrutto, ex pallavolista e Deputato della Repubblica, ha chiesto un’indagine parlamentare che riguarda direttamente l’operato della Giustizia Sportiva.
In tanti hanno pensato alle ultime penalizzazioni inflitte alla Juventus (esclusa anche dall’Europa) ma non solo, con il Presidente Federale Gravina che non ci sta e ha risposto a tono.
Le parole di Berruto
“Ho depositato oggi, dopo averla annunciata in ufficio di presidenza della VII commissione, una richiesta di indagine conoscitiva sul tema della giustizia sportiva“. Lo rende noto il deputato democratico, responsabile nazionale sport del Pd, Mauro Berruto. Tuttosport riporta le sue parole.
“Credo sia inderogabilmente giunto il momento di normare un sistema che è sfuggito dalle mani e dagli obiettivi originari, usato – con enorme spreco di tempo e risorse – sempre più spesso come clava per demolire gli avversari delle governance federali in fantomatici tribunali dove i giudici vengono scelti e nominati da chi dovrebbe essere giudicato. Uno strumento che non è più all’altezza del suo compito neanche rispetto ai contenziosi legati ‘al campo’ per gli stessi clamorosi motivi”.