Addio di massa alla Roma: costretti a vendere per il fair play finanziario | Società con il cappio al collo

L’ottimo avvio della Roma targata Gasperini deve fare i conti con la situazione derivante dal Fair Play finanziario. Ne partiranno tanti.
La Roma di Gasp ha iniziato campionato ed Europa League in maniera egregia. Eppure il futuro della Roma è un po’ giallo e un po’ rosso. Non solo per i colori di maglia. Rosso è il colore dei conti a bilancio, giallo per la stretta asfissiante del Fair Play Finanziario.
La società giallorossa si ritrova, infatti, con il proverbiale “cappio al collo”, costretta a sacrifici dolorosi per ripianare i conti e scongiurare sanzioni ancora più pesanti. L’accordo transattivo firmato con Nyon nel 2022 ha trasformato ogni sessione di mercato in un’operazione finanziaria di alta chirurgia, limitando pesantemente le ambizioni.
La mannaia dell’UEFA non ha concesso sconti nemmeno al neo direttore sportivo Massara, le cui scelte sono state interamente subordinate alla logica del bilancio. È proprio questa schiacciante necessità di far quadrare i conti ad aver innescato, per esempio, i noti screzi estivi con il tecnico Gasperini.
Il mercato in entrata è stato frenato, mentre ogni uscita è stata calcolata al millimetro per generare plusvalenze fondamentali, anche a costo di sacrificare pedine importanti. La cessione di elementi di prima squadra è diventata una priorità inevitabile, un triste mantra per la dirigenza romanista che deve bilanciare esigenze tecniche e diktat economici.
Ogni trattativa è un saliscendi di nervi e cifre
I nomi sul taccuino degli indiziati eccellenti sono noti da tempo, ma ogni trattativa è un saliscendi di nervi e cifre. La pressione del 30 giugno si fa sentire prepotentemente, data di chiusura dell’esercizio finanziario e termine ultimo per iscrivere le plusvalenze necessarie al bilancio.
La stessa tensione e il medesimo scenario di uscite forzate, sebbene in scala ridotta, ha caratterizzato anche la sessione di mercato appena conclusa. La necessità di ripianare i debiti e rispettare gli obiettivi imposti dall’accordo ha reso il calciomercato della Roma una sfida costante contro il tempo. Si è trattato di una vera corsa a ostacoli, dove la fantasia del dirigente ha dovuto piegarsi alla stringente contabilità.
Stavolta è diverso
Alla fine la Roma questa estate ha pagato 3 milioni di euro di multa, tenendosi però tutti i big. Ma il problema è soltanto rinviato. Questa dolorosa strategia finanziaria, che vede l’obbligo di generare entrate da cessioni, è destinata a replicarsi, a giugno prossimo, in forma persino più critica. I conti, infatti, impongono alla società capitolina di trovare circa 90 milioni di euro in plusvalenze entro il 30 giugno per evitare il pugno duro della UEFA. Tale somma è indispensabile per rientrare nei parametri di deficit aggregato fissati.
Per raggiungere una cifra così imponente, la società non potrà limitarsi ai soli “big”, Koné e Ndicka gli indiziati numeri uno, ma anche Svilar, ma dovrà attingere anche al settore giovanile. La prospettiva è chiara: per la Roma il futuro prossimo sarà ancora all’insegna dei sacrifici.