La Lazio anticipa la Roma: contromossa Lotito sullo stadio | Cambia tutto nella Capitale

Non solo la Roma, ancora Lotito sgasa nella corsa al nuovo stadio. Cambia tutto con la contromossa del presidente della Lazio.
Non si può più rimandare. L’urgenza di dotare la Capitale di stadi moderni e funzionali è ormai una priorità non più rinviabile per Roma e Lazio. Entrambe le società, spinte dalla necessità di massimizzare i ricavi e offrire una fan experience all’altezza degli standard europei, hanno avviato i rispettivi progetti.
Sulle sponde giallorosse del Tevere, i Friedkin stanno spingendo con forza per accelerare i tempi pachidermici dell’iter burocratico per l’impianto di Pietralata, confidando anche nell’impulso dato dalla candidatura dell’Italia agli Europei di calcio del 2032.
Il progetto è a buon punto, tutti ottimisti, perfino il Sindaco Gualtieri, tante belle parole ma ancora pochi fatti. Ma anche nell’altra parte della città, quella a chiare tinte biancocelesti, non si rimane con le mani in mano. Tutt’altro.
Un clamoroso cambio di passo potrebbe stravolgere gli equilibri e i piani capitolini. Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, notoriamente da tempo interessato alla riqualificazione dello Stadio Flaminio, ha deciso di accelerare e rivedere la sua proposta al Campidoglio.
Cambio di strategia
La mossa a sorpresa del patron biancoceleste è di chiedere l’area in diritto di superficie, abbandonando l’idea iniziale di una semplice concessione a lungo termine. Una richiesta forte che mira a blindare l’investimento e la gestione futura.
La proposta di Lotito punta a sbloccare uno stallo che perdura da mesi attorno all’impianto di Viale Tiziano, gioiello architettonico delle Olimpiadi del 1960. Il dossier di candidatura per EURO 2032 ha incluso il Flaminio, ma unicamente come potenziale campo di allenamento, a condizione che sia effettivamente riqualificato e reso utilizzabile in tempi brevi.

Una nuova formula
L’incertezza sul futuro dello stadio resta palpabile, ma la nuova formula proposta dalla Lazio potrebbe rappresentare la svolta attesa. Il diritto di superficie, infatti, garantirebbe alla Lazio un controllo di fatto sull’area per un periodo molto lungo, generalmente 90-99 anni, permettendo al club di reperire più facilmente i finanziamenti necessari per un restyling che si prospetta oneroso, con stime che parlano di centinaia di milioni.
Tale formula è vista come un compromesso più appetibile per gli investitori rispetto alla sola concessione e segna una decisa contromossa rispetto all’iter già avviato dalla Roma per Pietralata. Questo repentino cambio di strategia da parte di Lotito costringe il Campidoglio a rivalutare velocemente la situazione, mettendo in discussione la tempistica precedentemente sbilanciata a favore della proposta giallorossa. La palla, dunque, torna prepotentemente nelle mani del Sindaco e della Giunta, chiamati a esprimersi sull’opportunità di concedere il diritto di superficie sul Flaminio. Magari non solo a parole. Servono fatti. Fatti concreti.
