Corona fa i nomi degli interisti: si allarga il caso scommesse | Puntavano sulle loro stesse partite

Nuove rivelazioni di Fabrizio Corona sul calcio scommesse. Escono fuori nuovi nomi: puntavano sulle loro stesse partite.
Il caso scommesse nel mondo del calcio si arricchisce di nuovi, inquietanti dettagli e nomi eccellenti, dopo le prime sentenze che hanno scosso l’ambiente sportivo. Finora, infatti, solo Nicolò Fagioli e Sandro Tonali hanno pagato un pesante dazio con la giustizia sportiva, subendo lunghe squalifiche per aver scommesso su piattaforme illegali.
Solo Tonali, comunque, scommetteva sulla squadra, ai tempi il Milan, ma le sue puntate erano concentrate solamente sulle sue ammonizioni e non sul risultato finale delle partite, per questo il centrocampista del Newcastle ha evitato l’articolo 30, quindi la radiazione.
A differenza dei due centrocampisti, c’era anche Niccolò Zaniolo nel registro degli indagati. Ma il centrocampista dell’Udinese è riuscito a cavarsela con una sanzione di natura pecuniaria, pur essendo stato coinvolto nell’inchiesta, in quanto non scommetteva sugli eventi sportivi ma soltanto sui giochi d’azzardo.
La vicenda, comunque, che sembrava circoscritta, è pronta a esplodere di nuovo con rivelazioni che chiamano in causa l’Inter, una delle squadre di vertice del campionato. Ma chissà ora come reagirà la Procura Federale e le altre autorità competenti, davanti a una nuova soffiata proveniente dal mondo dello showbiz e dello sport.
Il polverone mediatico
Per il momento si è alzato un nuovo polverone mediatico che potrebbe portare a ulteriori scossoni. Le prime indagini avevano già accertato l’esistenza di un vasto giro di scommesse clandestine, gestito su piattaforme online illegali.
A fare i nomi è stato Fabrizio Corona, il Re dei Paparazzi, nel suo podcast Falsissimo dove ha indicato i calciatori dell’Inter Alessandro Bastoni e Nicolò Barella come presunti protagonisti del sistema illecito.

Lo stratagemma
Secondo le sue dichiarazioni, i due interisti avrebbero scommesso sulle loro stesse partite, utilizzando un prestanome per eludere i controlli e nascondere il loro diretto coinvolgimento nel giro di puntate. L’obiettivo di tali scommesse auto-dirette sarebbe stato quello di tentare di recuperare i debiti ingenti accumulati con i banchi di scommesse illegali.
L’accusa, dunque, non è solo di aver giocato d’azzardo su piattaforme non autorizzate, ma di aver puntato sui propri risultati, potenzialmente influenzando l’integrità delle competizioni. L’Inter attende ora di capire se le dichiarazioni di Corona verranno corroborate da un’inchiesta ufficiale che scoperchi il vaso di Pandora. Anche perché stavolta, se tutto fosse confermato, ci sarebbero gli estremi dell’articolo 30, quindi in ballo anche tanto presunta quanto eventuale radiazione.
