“Juventus e Napoli condannate”: sono uscite le nuove intercettazioni | Ci finisce in mezzo anche il Napoli

Le nuove intercettazioni creano un altro polverone attorno alla Serie A. Ci finisce in mezzo anche il Napoli. La posizione della Procura.
Ci risiamo. A due anni di distanza dall’ormai famigerato caso plusvalenze, nuove intercettazioni alzano un altro polverone sulla Serie A. Sappiamo tutti come andò a finire nel 2023, quando Andrea Agnelli e il Consiglio di Amministratore bianconero fu costretto a dimettersi, prima di essere travolto da squalifiche e sentenze. In ogni grado.
La giustizia sportiva, e in parte anche quella ordinaria, inflisse pesanti sanzioni alla Juventus, scuotendo l’intero calcio italiano. Il club bianconero è stato condannato per l’uso sistematico delle plusvalenze fittizie, una pratica contabile volta a gonfiare artificialmente il bilancio.
Una sentenza che comportò una dolorosa penalizzazione in classifica, oltre all’inibizione per diversi ex dirigenti, tra cui Andrea Agnelli e Fabio Paratici, lasciando una ferita profonda nella storia del club e del campionato.
Le indagini della Procura di Torino, con la celebre inchiesta Prisma, portarono alla luce numerosi scambi e documenti che corroborano le accuse, ponendo l’accento sulla falsificazione dei bilanci. Nonostante l’enorme impatto mediatico e sportivo della vicenda, la Juventus si è sempre difesa, sostenendo che la pratica delle plusvalenze non fosse un’esclusiva bianconera, ma diffusa in tutto il sistema.
Una disparità di trattamento
Questa posizione è stata spesso accompagnata da un senso di ingiustizia tra i tifosi juventini, convinti di una disparità di trattamento rispetto ad altre società. Il dibattito sulla correttezza della valutazione dei calciatori e sulla validità delle sentenze ha continuato ad animare le discussioni negli stadi e sui social.
Il caso Juventus ha sollevato un velo su dinamiche finanziarie complesse e poco trasparenti del mondo del calcio, portando tutti i club a maggiore cautela nelle operazioni di mercato. Nonostante ciò, il sospetto che il fenomeno non sia stato del tutto debellato rimane forte.

Sotto la lente di ingrandimento della Procura
In questo clima teso, l’attenzione si è spostata improvvisamente anche su un’altra big del campionato, il Napoli, in seguito alla pubblicazione di nuove intercettazioni sull’affare Victor Osimhen del 2020. I messaggi fanno parte del fascicolo di inchiesta per falso in bilancio che vede coinvolto anche il presidente Aurelio De Laurentiis. L’operazione da 70 milioni di euro con il Lille è stata scrutinata per le contropartite tecniche valutate oltre 20 milioni, considerate gonfiate dagli inquirenti. A finire sotto i riflettori sono le conversazioni tra l’allora direttore sportivo Cristiano Giuntoli e il vice Giuseppe Pompilio. Il messaggio più eclatante, datato 17 luglio 2020, è quello in cui Pompilio ammonisce Giuntoli con la frase: “Non devi scrivere nulla. Tracce nelle mail non se ne lasciano. A voce quello che ti pare”.
La pubblicazione di queste intercettazioni ha scatenato la rabbia dei tifosi della Juventus sui social, che hanno puntato il dito contro il Presidente FIGC Gabriele Gravina, considerato il vero colpevole della disparità. Nonostante i nuovi elementi a disposizione, la Procura Federale ha già archiviato il caso, mentre in quello ordinario è stato chiesto il rinvio a giudizio per il presidente De Laurentiis, ma l’istanza di revocazione del processo sportivo appare, per il momento, molto difficile da accogliere.
