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La Roma può vincere lo Scudetto?

E’ una squadra rinata la Roma di Fonseca, capace di espugnare Marassi e di battere il Genoa molto più facilmente di quanto non dica il 3-1 finale. Col successo in trasferta, il secondo lontano dall’Olimpico in campionato dopo l’1-0 di Udine firmato Pedro, i giallorossi volano in classifica: la Roma è terza col Napoli, con 14 punti in classifica ma con la speranza di recuperare il punto conquistato sul campo a Verona, alla prima di campionato. Quello 0-0 fu tramutato in 3-0 per gli scaligeri per il pasticcio Diawara: chissà se il ricorso restituirà alla Roma quanto dovuto.

Le prospettive di classifica

Il Sassuolo, secondo, è distante un punto, il Milan capolista appena tre lunghezze. La classifica, in alto, è corta, le varie Juventus, Inter, Atalanta e Lazio non sono poi così distanti alle spalle. Ma l’undici di Fonseca sta mostrando in campo di poter ambire anche alle primissime posizioni in classifica: e in una stagione dove la Juventus non sembra irresistibile e le antagoniste faticano a carburare, i capitolini possono giocarsi le loro carte. Non è casuale che le quote relative alla vittoria dello Scudetto siano crollate nelle ultime settimane: la Roma continua a scalare posizioni nei pronostici dei bookmakers ed ora è quarta alle spalle di Juve, Inter e Napoli. Scopri di più su come scommettere sulla Serie A e puntare su un campionato di vertice dei giallorossi.

In ogni modo, per testare le reali ambizioni da vertice della Roma, le prossime giornate di campionato saranno cruciali: dopo la sfida col Parma, all’Olimpico, i ragazzi di Fonseca viaggeranno a Napoli per un altro test probante, prima della sfida interna col Sassuolo, grande rivelazione di quest’inizio di stagione. A fine novembre, insomma, sapremo davvero se questa squadra è già in grado di puntare ai massimi traguardi.

Attacco boom

C’è un dato che più di tutti testimonia la grande crescita della Roma e riguarda l’attacco. In queste prime 10 uscite stagionali, i giallorossi sono rimasti a secco solo a Verona e in casa col Cska Sofia, in Europa League. In un’occasione è arrivato soltanto un gol (la già citata vittoria di Udine) e nelle restanti sette partite sono arrivate almeno due reti. Nelle ultime tre sfide, peraltro, il bottino è di 10 gol, per una media di 3.3 reti a partita.

L’impressione è che il 3-4-2-1 scelto quest’anno da Fonseca calzi a pennello su quest’organico che, a detta di molti, può essere ritenuto il migliore dal punto di vista della qualità generale. Dzeko è sostenuto da due uomini d’esperienza e classe come Mkhitaryan e Pedro, ma anche Pellegrini può giocare in quel ruolo garantendo gamba e fantasia, gli esterni (soprattutto Spinazzola) di fatto giocano come ali aggiunte, mentre anche gli interni di centrocampo (Veretout su tutti) hanno spazio per inserirsi (la partita con la Juventus è stata emblematica in tal senso).

Insomma, se si aggiunge che la percezione generale è quella di un gruppo maturo e consapevole della propria forza, ad oggi l’unico punto interrogativo resta quello all’adattamento di Borja Mayoral: lo spagnolo è arrivato con grandi aspettative, c’era chi chiedeva per lui un ruolo anche più rilevante di un semplice vice-Dzeko. Ad oggi, però, l’ex Real Madrid non ha incantato, tutt’altro, al di là della doppietta in Europa League contro il Cluj.

Il fattore Mkhitaryan

Poi c’è lui, Henrik Mkhitaryan. L’armeno, acquistato a titolo definitivo dalla Roma durante l’ultima sessione di calciomercato, è stato il grande protagonista della vittoria a Genova: tripletta fantastica, repertorio sciorinato sul prato di Marassi.

Sono i primi tre gol in campionato per l’ex Manchester United e Arsenal, alla seconda tripletta in carriera dopo quella in nazionale nel maggio del 2016 (un 7-1 rifilato al Guatemala). Mkhitaryan ha però già servito tre assist, la vera specialità della casa, come dimostrano anche i 6 passaggi vincenti regalati la scorsa stagione.

Mkhitaryan, comunque, non ha mai fatto mancare il suo apporto in zona gol: nel 2012-13 arrivò addirittura a 25 reti in 29 presenze di campionato con la maglia dello Shakhtar Donetsk, in doppia cifra è poi arrivato anche col Borussia Dortmund, quando nel 2015-16 realizzò 11 reti. In Premier League il rendimento è andato a fasi alterne, il bottino totale con Manchester United e Arsenal, tenendo in considerazione tutte le competizioni, è stato di 22 gol in 122 partite. Non pochi, intendiamoci, ma i 12 in 29 match di campionato con la Roma lasciano decisamente ben sperare…