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La risposta è no: Roma, l’errore costa carissimo | La sentenza condanna i giallorossi

Il presidente della Roma Dan Friedkin (a sinistra) durante l’amichevole contro lo Shakhtar Donetsk all’Olimpico. 7 agosto 2022 (© AnsaFoto)

La società ha provato a fare ricorso, ma non è servito a nulla: una leggerezza che potrebbe risultare decisiva ai fini della stagione.

È bastato poco, ma quel poco era davvero necessario. La Roma vince contro il Frosinone, pur non disputando la migliore delle prestazioni, e si rilancia in classifica: superata la Lazio e due punti rosicchiati a Juventus e Atalanta, la cui gara è terminata a reti inviolate. Una rondine non fa primavera, ma la reazione della squadra è un segnale importante in vista dei prossimi impegni.

Ciò che fa più sorridere i tifosi giallorossi, al momento, è l’intesa Dybala-Lukaku, che si trovano in campo come se giocassero insieme da una vita. Dalla loro intesa passa molto, se non tutto, delle possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati. Un’altra nota positiva è il ritorno al gol di Pellegrini, che ha ormai recuperato totalmente dal problema muscolare che l’aveva costretto a saltare Empoli, Sheriff Tiraspol e Torino (solo panchina).

Gli infortuni rappresentano il filo conduttore non solo di queste prime partite stagionali, ma degli ultimi mesi della Roma. Nella parte finale del 2022-23, l’emergenza difensiva aveva costretto Mourinho ad arretrare Cristante a difensore centrale contro il Bayer Leverkusen, una mossa ripetuta a Genova dopo il cambio chiesto da Llorente. Contro il Frosinone è stato schierato Celik braccetto di destra, non esattamente il suo ruolo.

Problemi che non giustificano l’inizio di campionato che lo stesso Special One ha definito «orribile», perché di errori ne sono stati fatti.

La sentenza

La prima squadra non è stata l’unica a pagare a caro prezzo i propri errori, perché anche la Roma Primavera ha dovuto fare i conti con quello che è stato considerato uno strafalcione dal Giudice Sportivo e che – adesso è ufficiale – l’è costata tre punti.

Alessandro Zampone ha infatti accolto il ricorso dell’Empoli «per avere acconsentito l’impiego nella gara in questione di un calciatore che, al momento del suo ingresso in campo, non aveva titolo per prendervi parte».

I giocatori della Roma Primavera posano per la foto di squadra prima dell’inizio della Finale di Coppa Italia. 25 aprile 2023 (© AS Roma)

Cos’è accaduto

Facciamo chiarezza. Il regolamento del campionato primavera permette ad ogni società di schierare un massimo di sei giocatori del 2004 e un calciatore fuoriquota, senza limite d’età. La formazione dei giallorossi, al calcio d’inizio, presentava sei 2004: Chesti, Cherubini, D’Alessio, Keramitisis, Pagano e Pisilli.

Nel corso della partita, Guidi schiera un altro 2004, Vektal. Un cambio che solleva immediatamente una contesa, dovuta a due interpretazioni diverse: secondo la Roma, Vektal pur essendo effettivamente 2004 va conteggiato come fuoriquota (non avendone nessuno in campo in quel momento), mentre per i toscani rappresenta il settimo 2004. I ragazzi giallorossi vincono la partita per 5-3, ma il risultato viene immediatamente “congelato” dal Giudice Sportivo, in attesa di maggiori approfondimenti. Il ricorso ha dato ragione all’Empoli, a cui è stata dunque assegnata la vittoria a tavolino per 3-0. La Roma, dal canto suo, ha annunciato un controricorso.