Home » “Non sono una bandiera”: Roma, ad anni di distanza confessa l’impensabile | L’amara verità sconvolge i tifosi

“Non sono una bandiera”: Roma, ad anni di distanza confessa l’impensabile | L’amara verità sconvolge i tifosi

Daniele De Rossi in azione durante un match della Roma di diversi ani fa con un altro ex giallorosso / fonte LaPresse- ilromanista.it

Le dichiarazioni del calciatore hanno lasciato senza parole i supporters giallorossi e tutto l’ambiente di Trigoria.

Nel calcio di oggi sono sempre meno le bandiere che si affezionano alla maglia e ai tifosi, rimanendo per tanto tempo nello stesso club.

Ad oggi infatti i calciatori seguono soprattutto i soldi, e si trasferiscono in continuazione in società che gli offrono ingaggi maggiori. Tuttavia anche in passato alcuni protagonisti non sono riusciti a rimanere fedeli ad una sola squadra, diventando spesso dei girovaghi.

Uno di questi, che ha militato nella Roma, nelle scorse ore ha rilasciato delle dichiarazioni in cui ha ammesso questa cosa, sconvolgendo completamente i supporters.

La confessione che fa piangere i tifosi

Di recente Marco Borriello, ex attaccante che nel corso della sua carriera ha cambiato diverse maglie vestendo anche quella della Roma, ha rilasciato una lunga intervista a Radio Serie A, parlando del fatto che non è mai diventato una bandiera nelle squadre in cui ha militato, non solo per colpe sue.

In particolare il 41enne si è soffermato sulle sue stagioni iniziali alla Roma, dove stava facendo bene e sembrava aver trovato la sua dimensione ideale, cosa che però è cambiata completamente dopo alcune vicissitudini societarie e tecniche che lo hanno fatto cominciare a girovagare in tanti altri club.

Marco Borriello ai tempi della Roma/ fonte LaPresse- ilromanista.it

Le parole di Borriello

Non sono stato la bandiera per le squadre in cui ho giocato: cambiare quasi ogni anno club è impegnativo e non ti rende fedele agli occhi altrui, ma non è stata solo colpa mia. La stessa cosa è successa dai 28 ai 33 anni quando ero della Roma. Arrivai nella Capitale con una proprietà e l’anno successivo cambiò e con questo cambio, cambiarono anche le priorità e l’apporto tecnico. Finii di nuovo per andare in prestito ogni anno senza trovare continuità”.

Poi qualche battuta sul suo periodo felice in giallorosso e sulla bellezza dello stadio Olimpico. ”Ho iniziato in modo meraviglioso per i primi sei mesi e segnai anche molti gol, poi cambiò allenatore e presidenza e in quel momento trovai poco spazio. L’Olimpico di Roma penso sia uno degli stadi più emozionanti da vivere e da vedere, quando si tinge di giallorosso lo reputo uno dei più belli d’Europa”.