Pisilli, l’ultima espressione di un romanismo senza tempo che commosse anche Mourinho
Pisilli match winner nella gara contro il Venezia, la sua corsa e la sua gioia e quella corsa per esultare che trasuda di romanismo
“Dicono era il mio sogno fin da bambino…”, così cantano gli ultras romanisti della Curva Sud, poche parole ma che trasudano tutto l’amore e la voglia di lottare per questa maglia. Lo stesso sogno che il giovane Niccolò Pisilli, classe 2004 ieri ha visto diventare una realtà, quando al terzo tentativo da gli sviluppi di un calcio piazzato incorna di testa per quello che sarà il gol del definitivo 2-1 per la Roma, che evita alla squadra un’altra settimana fatta di amarezza e forte contestazione da parte dei tifosi.
Un gol, ma soprattutto un’esultanza che trasudano di romanismo. In quella corsa, in quell’urlo di rabbia misto a gioia ci sono tutte le emozioni che questa maglia ti sa dare, perché quella dei romanisti è una passione che poche altre piazze conoscono, e perché ogni volta che un ragazzo romano e romanista prova a prendersi la sua Roma ci si gonfia il petto d’orgoglio.
Una storia fatta forse di pochi trofei e molto rammarico, ma fatta soprattutto di tradizione, di uomini i cui nomi sono incisi come un marchio a fuoco nella nostra storia. Da Attilio Ferraris a Bruno Conti, passando per Giannini e Di Bartolomei fino ad arrivare a Totti e De Rossi: “Figli di Roma, capitani e bandiere”, così recitava una coreografia della Sud in occasione di uno delle stracittadine, per rendere onore a i capitani storici.
Un attaccamento viscerale, che non può non coinvolgere chi si torva a farne parte. L’esempio più lampante è stato senza dubbio José Mourinho, un allenatore capace di vincere più volte la Champions League, capace di vincere tutto a livello di club, commuoversi per la vittoria di una semplice Conference League, o quando fu proprio un giovane Pisilli a rischiare di far commuovere lo Special One.
Pisilli, una splendida realtà che commosse anche Mourinho
Neanche un uomo tutto d’un pezzo come Mourinho riuscì a resistere alla travolgente passione del tifoso romanista. Nella sua esperienza nella capitale lo Special One lanciò diversi giovani, molti dei quali venduti per fare cassa, come ad esempio Tahirovic e Afena Gyan. Fu proprio lui a far debuttare Pisilli, che nella scorsa stagione quando trovò il primo gol in Europa League rischiò di far commuovere anche il portoghese, che commentò così:
“Commentavo con la nostra tv che ho fatto esordire tanti calciatori con le altre squadre, però tutti i ragazzi qua, tranne Joao Costa, sono tutti bambini cresciuti qui, che da bambini venivano allo stadio con papà e nonno. Sono ragazzi che vivono questo con una grandissima emozione. Quando giocano con la prima squadra è una grandissima emozione per loro. Per Pisilli non è stato il debutto, per Mannini sì. Per Pisilli il primo gol, in Europa League, nella porta magica dove loro da bambini sognano di segnare. È una grande gioia vedere un bambino così a piangere, sono dovuto scappare per non piangere anche io”.
La gioia di Pisilli per il Gol: “Un sogno che si avvera”
Una gioia incontenibile quella del giovane centrocampista giallorosso, che aiuta anche i compagni a scrollarsi di dosso l’ansia e la paura, concedendo alla squadra di respirare in vista dei prossimi incontri. Intervistato nel post partita il ragazzo ha parlato di “sogno che si avvera”, un sogno che noi tifosi giallorossi abbiamo fatto fin troppo spesso:
“È un sogno che si avvera, segnare in questo stadio, per questa maglia, è tutto ciò che un romano e romanista sogna fin da bambino e quindi sono contentissimo. Il mio primo pensiero è stato andare verso tutti i compagni ed esultare con tutta la squadra, quindi è per questo che ho corso verso la panchina. Regalo di compleanno? Sì, mi sono fatto il regalo a distanza di una settimana e sono molto contento”.